SPIEGAZIONE SINTETICA DELL’OPERA
Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria, 1522 olio su tela, 74 x 68 cm, firmato in basso a destra: Laurentius Lotus 1522
collezione privata
È un’opera ancora oggi poco nota a causa della sua localizzazione in una collezione privata, benché Bernard Berenson la pubblicò nella sua monografia dedicata a Lorenzo Lotto già nel 1895. Si trova in un eccellente stato di conservazione, i suoi colori e dettagli, senza bisogno di particolari interventi di restauro, stupiscono e incantano come nel 1522, anno in cui Lotto realizzò la tela durante il suo soggiorno a Bergamo. Ciò è dovuto all’impareggiabile maestria artigiana del pittore veneziano nella preparazione del fondo e dei colori.
È un’opera di carattere religioso destinata alla devozione privata. I personaggi raffigurati sono compressi in uno spazio ristretto che li porta a instaurare fra di loro un intenso e profondo dialogo fatto di sguardi, gesti e movimenti irrequieti.
La composizione piramidale del gruppo principale, formato dalla Madonna e il Bambino, con i due santi laterali in secondo piano, rivela fortemente le matrici di primo classicismo, soprattutto raffaellesco. Ma l’opera lottesca è attraversata da un senso di instabile equilibrio e di profonda inquietudine affine alla natura e al temperamento del suo artefice. Tutto ha origine dal turbamento del Bambino che si esprime nella torsione del busto e nel suo sguardo fortemente caratterizzato. Le sue braccia agitate cercano sicurezza e conforto nella Madre, che con infinita dolcezza lo abbraccia e sostiene. Le loro teste invece hanno un andamento divergente che accentua il senso di movimento della scena. Lo sguardo vivo e reale della Vergine inoltre si dirige fuori dal campo figurativo quasi a chiamare e coinvolgere direttamente nell’opera lo spettatore. Questa sottile irrequietezza che anima la tela è motivata anche dalla sapiente distribuzione di elementi simbolici e criptici, tipici della pittura di Lotto.
Originale e curiosa è la presenza del vispo scoiattolo tra le pieghe delle vesti, tocco di vivo realismo che permette la coesistenza di naturale e soprannaturale, in quanto nasconde enigmatici rimandi simbolici. A vegliare sulla movimentata scena centrale sono due silenziose e assorte figure, san Giovanni Battista in penombra sulla sinistra, e santa Caterina d’Alessandria a destra. Santi martiri caratterizzati dai loro tipici attributi e da una profonda connotazione psicologica che Lotto sa donare ai suoi personaggi attraverso un’attenta analisi espressiva e concretezza fisica nei dettagli. A dare maggior risalto alle figure è infine lo sfondo scuro, come un cielo notturno vuoto di stelle, che sconfina alle loro spalle.
L’opera di Lotto è dunque un’attenta e articolata costruzione ricca di sentimento e devozione e disseminata di dettagli, particolari e simboli minuziosamente studiati, i cui significati aspettano solo di essere osservati, interrogati e svelati.